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Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo: comprendere, affrontare, superare

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) si manifesta attraverso ossessioni (pensieri, immagini o impulsi intrusivi e ricorrenti, percepiti come disturbanti e incontrollabili) e compulsioni (comportamenti o rituali ripetuti con lo scopo di ridurre l’ansia generata dalle ossessioni).

Chi soffre di DOC spesso riconosce l’irrazionalità delle proprie paure, ma non riesce a interrompere il circolo vizioso che si instaura tra pensiero ossessivo e comportamento compulsivo.

Obiettivi terapeutici

Nel mio lavoro clinico pongo sempre tre obiettivi centrali:

  1. Ridurre la sofferenza legata ai sintomi, intervenendo sull’ansia e sul senso di perdita di controllo.
  2. Restituire libertà alla persona, aiutandola a riconquistare spazi di vita non condizionati dai rituali.
  3. Promuovere consapevolezza e autonomia, affinché la gestione del pensiero ossessivo non passi più attraverso il controllo, ma attraverso l’accettazione e la ristrutturazione cognitiva.

Strategie di risoluzione

Il percorso terapeutico viene sempre personalizzato, ma alcuni strumenti si rivelano particolarmente efficaci:

  • Psicoeducazione: comprendere i meccanismi del DOC è il primo passo per ridurre il senso di colpa e sentirsi meno “schiavi” dei propri pensieri.
  • Ristrutturazione cognitiva: permette di mettere in discussione convinzioni disfunzionali, favorendo una lettura più realistica e meno catastrofica dei pensieri.
  • Terapia cognitivo-comportamentale: attraverso strategie mirate, si favorisce una maggiore tolleranza dell’ansia, il rinforzo di comportamenti alternativi più funzionali e l’apprendimento di modalità nuove per gestire i pensieri intrusivi senza cadere nel circolo vizioso delle compulsioni.

Conclusione

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo può rappresentare una sfida intensa nella vita quotidiana, ma non deve diventare un ostacolo insormontabile. È importante riconoscere che dietro ai sintomi vi è una persona con risorse, interessi, valori e capacità che vanno ben oltre il disturbo. Coltivare la consapevolezza che la propria identità non si riduce alle ossessioni e alle compulsioni può favorire un senso di fiducia e di speranza.

Un elemento cruciale è non isolarsi: la condivisione delle difficoltà con persone di fiducia può alleggerire il peso del silenzio e ridurre il senso di solitudine. Anche piccoli gesti quotidiani, come prendersi cura di sé, ritagliarsi momenti di piacere e rallentare il ritmo quando necessario, contribuiscono a rinforzare la resilienza.

Infine, ricordare che il cambiamento è un processo graduale permette di accogliere ogni passo avanti come una conquista. Anche i progressi più piccoli hanno un grande valore, perché testimoniano la capacità di affrontare le difficoltà e di costruire un percorso di vita più libero, autentico e sereno. Come terapeuta, credo fermamente che il cambiamento sia possibile e che ogni passo, anche il più piccolo, sia un segnale concreto di resilienza e guarigione.

Dott.ssa Stefania Baldassarre
Psicologa
Forlì

Dott.ssa Stefania Baldassarre

Psicologa

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Iscritto all'Ordine degli Psicologi/Medici della Regione Emilia Romagna col n. 2031 dal 1998

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